Pesce crudo per una fresca estate? Perché no!

Mangiando pesce crudo contaminato, possiamo entrare in contatto con diversi tipi di batteri e parassiti.

6 LUG 2016 · Tempo di lettura: min.
Pesce crudo per una fresca estate? Perché no!

Come godersi il pesce crudo senza rischi? Ecco alcuni consigli per mangiarlo in sicurezza quest'estate.

Amato e allo stesso tempo odiato da molti, il pesce crudo è perfetto per l'estate. In spiaggia, al ristorante o direttamente a casa, mangiare, ad esempio, frutti di mare o sashimi di salmone è un piacere. Tuttavia, molti, pur amando il pesce crudo, sono preoccupati dai rischi provenienti dal suo consumo. Questa paura è perfettamente comprensibile ma non deve fermarci dal consumare le prelibatezze che il mare ci offre. Quali sono i rischi? Come preparare e consumare pesce crudo in tutta sicurezza?

I rischi del pesce crudo

Mangiando pesce crudo contaminato, possiamo entrare in contatto con diversi tipi di batteri come l'Escherichia coli, la Listeria o la Salmonella. In generale, questi organismi possono creare fastidiosi problemi gastrointestinali e rovinare un'intera vacanza o un evento. Uno dei parassiti più pericolosi, però, è l'Anisakis che, una volta nel nostro intestino può causare problemi realmente gravi, fra cui una peritonite. Sono in aumento, infatti, questo tipo di intossicazioni e sono causate principalmente da un modo errato di conservare e preparare il pesce crudo. Nel caso di cottura, invece, questi rischi vengono meno in quanto questo procedimento permette di uccidere batteri e parassiti.

Mangiare in sicurezza

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Fonte: GialloZafferano

Per mangiare pesce crudo in sicurezza, c'è un metodo infallibile: il congelamento. Prima di preparare, marinare e mangiare il pesce crudo o poco cotto, è indispensabile congelarlo preventivamente. Molti fanno l'errore di credere che la marinatura possa eliminare eventuali organismi pericolosi, ma non è così. Né limone né aceto sono efficaci. Come norma generale, dunque, è preferibile comprare il pesce fresco, congelarlo per circa 5 giorni a una temperatura di circa -18 gradi. A seconda della temperatura e del periodo di congelamento, infatti, muoiono sia l'Anisakis che le sue larve: dopo 96 ore a -15°, 24 ore a -20°, 12 ore a -30°, 9 ore a -40°.

Una delle prime raccomandazioni in materia è stata l'ordinanza ministeriale del 12/05/1992 intitolata "Misure urgenti per la prevenzione delle parassitosi da Anisakis". Secondo questa ordinanza, infatti, ristoranti e punti di ristorazione collettiva possono servire pesce crudo, affumicato o congelato solamente se è stato previamente congelato a -20 gradi per almeno 24 ore.

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