Home Restaurant
La nuova realtà dei "social eating" rientra nella filosofia della "sharing economy" e potrebbe dare una mano alle finanze disastrate di molte famiglie appassionate di cucina.
Proporre ricette della tradizione e piatti tipici agli gnammers (ospiti o utenti fruitori) che difficilmente si potrebbero trovare cucinati nello stesso modo in un ristorante tradizionale perchè frutto dei "segreti" tramandati da genitori e nonni e rivoluzionare il proprio modo di mangiare in compagnia utizzando il web come mezzo per tornare ad incontrarsi dal vivo intorno ad una tavola superando le barriere virtuali dei social. Forse è questa l'ultima nuova frontiera della "ristorazione".
E' in via di approvazione un testo di legge che rende tale attività saltuaria d'impresa assolutamente legale da ogni punto di vista, anche se non manca di criticità discutibili. Ci sono piattaforme digitali già organizzate per gestire le prenotazioni e i pagamenti.
L'Home Restaurant si configura come attività professionale saltuaria e sporadica, ossia come prestazione occasionale. Per tale ragione chi se ne occupa è dispensato dal possedere una partita IVA ma è - comunque - tenuto a rilasciare una ricevuta "non fiscale" a coloro (gnammers/ospiti) che partecipano ai loro eventi. Case, terrazze, giardini trasformati in ristoranti dove appassionati di cucina (un popolo di 7.000 cuochi amatoriali) propongono le loro specialità a turisti, avventori o semplici curiosi, trattati come ospiti personali però paganti. E' cosi anche questa iniziativa rientra appieno nella filosofia dello sharing economy e potrebbe diventare un piccolo aiuto per le economie familiari.E - intanto - attendiamo intrepidi gli sviluppi della nuova legge mentre il trend del fenomeno è in crescita. Alessandro Cascio Gestore di "Cibo&Amore" Home Restaurant