Il Social Eating: provare sapori nuovi con gente nuova
Ormai non ci si accontenta più di andare a cena con gli amici il sabato sera. Il social ha invaso anche il mondo della ristorazione.

Una delle comunità del social eating più famose a livello internazionale è Eatwith.com, portale di matrice israeliana (al momento disponibile in lingua inglese) ed attivo solo nelle grandi città, come, per esempio, Roma, Milano, Madrid, Londra, etc.. Il target principale è un pubblico straniero, per lo più turisti che vogliono provare l’esperienza di una cena a casa di gente del posto.
Grazie a questa piattaforma è possibile piombare a casa di un perfetto sconosciuto, che sia uno chef o semplicemente un amante dei fornelli, assaporare le pietanze locali o tradizionali, a seconda delle origini del cuoco e delle sue preferenze, con la possibilità di fare anche delle belle amicizie. Ovviamente nulla è gratis: si legge il menù e si paga in anticipo. Ed è così che ti trovi in una serata d’estate a cenare in una bella terrazza con vista, a casa di uno chef tedesco che ti prepara uno sfizioso menù, in cui ogni piatto è accompagnato da una birra particolare: “E' stata una serata diversa dal solito”- raccontano Simone e Giulia, coppia italiana che vive a Barcellona- “volevamo provare qualcosa di alternativo al solito ristorante, per conoscere gente nuova e anche per parlare in un'altra lingua, visto che i partecipanti sono per lo più stranieri. Il prezzo è assolutamente onesto, quindi, anche per questo, lo consigliamo.”
In Italia, oltre che un portale, è stato creato un vero e proprio social network: Gnammo.com. Ci si registra sul portale con un profilo di cuoco o di buona forchetta e ci si incontra nelle abitazioni private o anche in location particolari. Questo concetto si sta espandendo anche al mondo della ristorazione per eventi aziendali o familiari. È possibile infatti organizzare in location, in una sala ricevimenti o in un locale pubblico.
A livello ancora più locale, è interessante la modalità di Come ’n Kitchen, il catering creativo social che si sta affermando a Bologna. Quattro giovani hanno deciso di dare una svolta creativa alle loro professioni: una esperta in comunicazione, un cuoco, un barman e un laureato in economia. L’evento si svolge solo due volte al mese, di mercoledì: chi offre la casa non paga mentre chi aderisce paga in anticipo (30 euro circa). L’ingrediente principale è il mistero: ci si può andare solo da soli o massimo in due; all’inizio si conoscono solo gli ingredienti e solo pochi giorni prima il menù; solo all’ultimo minuto si svela il luogo in cui avverrà l’incontro culinario.
I tre casi hanno vari aspetti in comune:
La novità del cibo: il palato è in cerca di nuove sensazioni.
La novità della compagnia: spesso è difficile, specialmente nelle grandi città, fare nuove amicizie e in questo modo ci si può confrontare con altri temerari foodies, attorno ad una tavola imbandita, tra un bicchiere di vino e una pietanza etnica.
La location privata: forse quello che si cerca è la familiarità, l’idea di trovarsi in un posto “non pubblico”, non artificialmente architettato per una normale cena fuori; un luogo dove ci si possa incontrare, come per caso, come ad una festa da amici, dove non è strano stringersi la mano, sorridersi e chiedere “di dove sei?”.